FILM HACHIKO IL TUO MIGLIORE AMICO SCARICA
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Hachiko - Il tuo migliore amicoHachiko - Il tuo migliore amico Hachiko - Il tuo migliore amico Frasi del film Nel nostro database ci sono 13 frasi relative al film Hachiko - Il tuo migliore amico.
Leggile tutte. Riassunto e trama del film Hachiko - Il tuo migliore amico [da Wikipedia] Parker Wilson Richard Gere è un professore universitario di musica che fa il pendolare per recarsi al lavoro. Una sera, al suo ritorno in stazione, trova un cucciolo di akita smarrito e decide di portarlo a casa per accudirlo in attesa che il padrone venga a reclamarlo. La moglie Cate è inizialmente contraria a tenere il piccolo Akita Inu interpretato quando cucciolo da uno Shiba Inu, razza nipponica simile all'Akita, e da adulto da un Akita Inu per via del legame stabilito col precedente cane di casa, e invita Parker ad affiggere volantini per la cittadina, in modo da ritrovare il proprietario del cucciolo.

Quando a scuola Ronnie viene invitato a descrivere quale sia il proprio eroe, decide appunto di raccontare la storia del cane del nonno: Hachiko. Il professor Parker Wilson Richard Gere , trova un cucciolo smarrito che è stato trasportato negli Stati Uniti dal Giappone ma accidentalmente lasciato alla stazione ferroviaria della piccola città natale del professore. Hachiko non sembra un cane normale: non ama giocare con la palla o rincorrere gatti, ma in compenso dimostra nei confronti del padrone un affetto fuori dal comune.

L'uomo una mattina va a lavoro, Hachiko lo segue alla stazione e si rifiuta di tornare a casa senza di lui, costringendo Parker a riportarlo indietro. Il giorno successivo il cane segue nuovamente il suo nuovo padrone, che questa volta sale sul treno.

Sarà banale e retorico dirlo, ma in un contesto dove, belli o brutti, imperversano film che barattano le emozioni autentiche con lo stupore di fronte alle prodezze del digitale o tridimensionale, Hachiko restituisce intatta la più grande magia di cui il cinema sia capace: creare un universo parallelo attraverso cui lo spettatore, specchiandosi, elabora dentro di sé idee che trascendono gli stessi sentimenti, personaggi e relazioni che il film mette in campo. Sarà perché a dirigerlo è Lasse Hallstrom, già autore de 'La mia vita a quattro zampe', che questa volta dimostra anche di saper alternare il ritmo e la stasi narrativa, senza ricadere nell'oleografia.
Sarà che a interpretarlo, oltre che a produrlo, è Richard Gere, che da grande testimonial della causa tibetana e da amico sincero del Dalai Lama sa infondere al film una spiritualità orientale autentica e non banalizzata, peraltro indispensabile data la scelta di attingere a una vicenda autentica del Giappone tra gli Anni 20 e gli Anni 30, cui già si era ispirato nel 'Hachiko Monogatari' di Seijiro Koyama.
Fatto sta che la storia del cane, talmente affezionato al suo padrone involontario E in un atto di fede senza tempo e senza luogo che rende lo spunto di cronaca e la sua forte connotazione geografica patrimonio universale.

Commuove, dunque e tanto. Ma non è questione di lacrime, ma di serenità interiore e di attenta analisi dei meccanismi della sostenibilità dei rapporti e della compresenza.

Una storia troppo lagnosa e ricattatoria a cui si aggiungono le insopportabili smorfie di Richard Gere: perfetta soltanto per le anime candide. Il nuovo servizio di Cinematografo.